Da vedere tra Giussano e Monza
GIUSSANO
La struttura severa e compatta di Cascina Sala, in principio impostata su pianta a L, si presenta oggi come una corte chiusa, ritmata da ampi pilastri, con prospetti esterni disposti su due piani. L’edificio della vecchia FilaturaCaprotti, costruito tra il 1895 e il 1897 sull’area già occupata dal mulino chiamato del Principe, è invece significativo per quel che concerne l’archeologia industriale. Si noti infine Villa Sartirana, sede della biblioteca.
Approfondimento:
La Chiesa di Agliate a CARATE BRIANZA
Prototipo esemplare d’architettura romanica, la Basilica dei Santi Pietro e Paolo risale al IX secolo e presenta una bella facciata dal profilo a salienti, realizzata in ciottoli di fiume. Su di essa si apre il portale arcuato, affiancato da due ingressi laterali posti in corrispondenza delle navate e sovrastato dalla lunetta con la figura di Cristo. L’interno basilicale, che in origine doveva essere ricoperto da affreschi dei secoli XI e XV, come l’attiguo battistero, serba solo minime porzioni di intonaco affrescato ed è suddiviso in tre navate da colonne in pietra di riuso dei secoli IV e V. Il battistero, cui si accede dalle absidi laterali, è probabilmente coevo al resto della struttura e mostra una rarissima struttura ettagonale interrotta da piccola nicchia absidale; al suo interno si conservano affreschi altomedievali, trecenteschi e quattrocenteschi. Si vedano inoltre la cripta, realizzata nel XII secolo, e la sacrestia settecentesca. Verso la fine del XIX secolo il complesso religioso di Agliate subì massicci lavori di restauro coordinati dall’architetto Luca Beltrami; nello stesso periodo fu anche aggiunto il campanile quadrangolare.
ALBIATE
All’ingresso del paese incontriamo Villa Airoldi Caprotti, conosciuta come Villa San Valerio, costruita nel ‘600 sulle rovine di alcune fortificazioni medievali fra cui l’antica torre, perfettamente incorporata nell’attuale costruzione. Nel 1667, accanto alla villa fu eretto un oratorio intitolato alla Beata Vergine Immacolata, poi dedicato a San Valerio, dove tuttora si trovano le reliquie del santo. Poco più avanti si trova l’ottocentesca Parrocchiale di San Giovanni Evangelista, sorta su un precedente edificio duecentesco e rimaneggiata nei secoli. Il campanile è una meravigliosa struttura in pietra alta 35 metri ed eretta nella prima metà dell’XII secolo, nonostante una lapide posta alla base della torre abbia indotto a datare la costruzione della torre agli inizi del ‘400. Nel cuore del paese figurano anche due importanti dimore patrizie: la Casa del Conte Tomini, che presenta caratteri tipici dei palazzi urbani settecenteschi, e Villa Tanzi, edificata intorno alla metà dell’800 e circondata da un parco di gusto neoclassico. Dagli anni ‘50 del secolo scorso la villa ospita la Casa dei Padri Betharramiti. Ridiscendendo verso il fiume Lambro scorgiamo sulla nostra destra Villa Campello, oggi sede municipale, costruita, tra 1903 e 1907 dall’architetto Giuseppe Gmur in forma di un edificio eclettico comprendente diversi stili architettonici, dal rinascimentale al neoclassico. Il parco è probabilmente molto più antico della villa, come testimoniano alcune specie arboree ultrasecolari, ed ospita anche un alloggio per il custode e una casa colonica, oggi in rovina.
TRIUGGIO
Nella frazione di Canonica, sulla sponda opposta del fiume, campeggia Villa Taverna, il cui nucleo primitivo deriva da un fortilizio tardo cinquecentesco, trasformato nel ‘700 in palazzo di villeggiatura. La villa rappresenta certo una delle sistemazioni prospettiche più suggestive della zona, per il particolare effetto scenografico che si crea con la chiesina settecentesca di Sant’Eurosia. Il tempietto sacro, posto in posizione sopraelevata, è infatti raggiunto da una lunga scalinata che costituisce l’ideale prolungamento dell’asse portante lungo il quale si dispongono il cortile della residenza e il bel giardino di stampo cinquecentesco.
LESMO
Nel territorio comunale di Lesmo, all’altezza di Gerno Perogallo, la Roggia del Principe si stacca dalla destra del Lambro, per inoltrarsi nel Parco di Monza e andare a impinguare il laghetto di Villa Reale. A Gerno si trova Villa Mellerio, detta Villa Somaglia o anche del Gernetto, complesso realizzato in solenne stile neoclassico ed esposto in posizione panoramica sulla valle del Lambro. Eretta nella seconda metà del ‘700 da Simone Cantoni, la villa è stata successivamente ampliata da Giambattista Mellerio, vicepresidente del Governo del Lombardo-Veneto, e dall’architetto Somaglia nel 1815. Il suo vasto parco è uno dei migliori esempi di parterre all’italiana per disegno e varietà di piante.
BIASSONO
La sede della rappresentanza municipale è ospitata in Villa Verri, residenza di delizia annoverata fra i migliori esempi di barocchetto in Brianza. Edificata nel ‘700, ed affrescata dal Gallinari, fu più volte visitata dall’insigne storico ed economista Pietro Verri. Di fronte alla villa, si trova il seicentesco Palazzo Bossi, attuale del Museo Civico “Carlo Verri” (fratello dei più noti Pietro e Alessandro), che accoglie una collezione archeologico numismatica e una raccolta etnologica dedicata alla cultura popolare locale. Resta infine da vedere la Parrocchiale dedicata a San Martino, costruzione del XVI secolo al cui interno si ammirano quadri seicenteschi di buona fattura.
MONZA
Il capoluogo brianzolo accoglie il visitatore con un’ampia e diversificata offerta turistico-culturale. Importante vicus romano, Monza raggiunse ricchezza e splendore in epoca longobarda, quando Teodolinda, vedova di Autari e sposa del re Agilulfo, la scelse come residenza estiva di corte, facendovi costruire nel 595 d.C. un palazzo e una chiesa battesimale, primo nucleo storico del duomo. Nel XII secolo Federico Barbarossa elesse la cittadina a sua sede prediletta e proprio qui fu incoronato re d’Italia. Nel corso dei secoli il comune accrebbe di peso e rilevanza, tanto che nella seconda metà del ‘700 vi fu costruita la scenografica Villa Reale, residenza estiva dell’arciduca Ferdinando d’Austria prima, punto di riferimento napoleonico lombardo poi e infine sede della corte dei Savoia. Autentico vanto della città, Villa Reale fu progettata in stile neoclassico dall’architetto Giuseppe Piermarini, il quale in un primo tempo presiedette alla direzione dei lavori, iniziati nel 1776 ma terminati solo oltre un secolo dopo nel 1880. Le seicento sale della villa furono arredate e decorate da importanti artisti dell’epoca, fra altri si ricorda il pittore Andrea Appiani, il quale nel 1789 affrescò con scene della Favola di Amore e Psiche, l’ambiente della Rotonda, sala a pianta circolare che conduce alle serre. Il teatrino di corte fu invece ideato dall’architetto Luigi Canonica e arricchito da un sipario decorato dal Piermarini. A partire dal 1935 l’ala nord dell’immensa costruzione ospita la Civica Galleria d’arte, pinacoteca assai importante per comprendere gli esiti dell’arte lombarda nell’arco di tre secoli, dal ‘500 all’800. Di fronte alla villa, in direzione di Milano, si stende l’ampio vialione fatto costruire dal viceré Eugène de Beauharnais, mentre sul retro della residenza si apre il vasto giardino pubblico, che rispecchia l’impianto originario progettato dal Piermarini, con una parte geometrica all’italiana e il delizioso parco all’inglese, movimentato da una collinetta artificiale, viali sinuosi, un laghetto e costruzioni di moda all’epoca, come il tempietto e la torretta neogotica. Il famosissimo Parco della villa, che attraversiamo per intero, fu invece creato nel 1806 da Luigi Canonica e all’epoca rappresentava uno dei più grandi parchi d’Europa, certamente l’unico completamente recintato da una muraglia di ben 14 chilometri, interrotta da cinque porte recanti il nome delle località sulle quali si affacciano (Monza, Vedano, San Giorgio, Villasanta, Biassono); ispirato al diffuso gusto romantico e ideato come continuo susseguirsi di vedute pittoresche, impreziosite da piccoli edifici di vari stili, il parco si estende su un’area di circa 800 ettari attraversata dal fiume Lambro ed è percorso da numerosi viali alberati. Nel 1922, la porzione settentrionale del parco fu occupata dall’Autodromo Nazionale di Monza, costruito su progetto di Alfredo Rosselli per iniziativa dell’Automobile Club di Milano, dove tutti gli anni in settembre si corre il Gran Premio d’Italia di Formula 1. All’interno del Parco si trovano anche Villa Mirabello e Villa Mirabellino, famose per il meraviglioso effetto scenografico e prospettico ottenuto dall’interazione visiva con i viali alberati. La prima, oggi sede dell’Amministrazione del Parco di Monza e residenza privata, risale alla metà del ‘600, mentre la seconda fu realizzata a fine ‘700 come dépendance per gli ospiti della villa.
Madonna delle Grazie
Lasciato alle spalle il verdeggiante giardino si apre davanti ai nostri occhi l’imponente porticato che alleggerisce il prospetto della chiesa della Madonna delle Grazie, edificio in stile gotico lombardo costruito fra 1463 e 1467, contemporaneamente all’attiguo convento francescano, custodito dai Frati minori. Le ampie proporzioni della chiesa dovevano certo impressionare i pellegrini che da Monza e dai paesi vicini accorrevano numerosi, per inginocchiarsi di fronte alla sacra raffigurazione della “Vergine Annunciata”. La sincera devozione di quei popolani, le loro richieste e speranze ancora si leggono nelle immagini ingenue dei molti ex voto tutt’ora custoditi alle pareti del corridoio del Santuario.
Il duomo
La successiva tappa religiosa è rappresentata dal Duomo di San Giovanni Battista, eretto nel XIV secolo sull’antica cappella longobarda. La leggiadra facciata in marmo, scandita da fasce orizzontali bianche e verdi, fu conclusa da Matteo da Campione ed è affiancata dal campanile alto 80 metri costruito nel 1606 dall’architetto Ercole Turati. L’interno basilicale è stato trasformato fra Sei e Settecento in un complesso barocco multiforme ed eclettico. Vi si trova la Cappella di Teodolinda, che nel 1444 fu affrescata dai fratelli Zavattari, esponenti lombardi del gusto gotico internazionale, con scene illustranti la leggenda aurea della regina; qui si conserva inoltre la Corona del Ferro, tradizionalmente ritenuta scrigno di un chiodo della Croce di Cristo donato da Sant’Elena, madre dell’imperatore romano Costantino. Sul lato sinistro del Duomo è posto invece un piccolo chiostro barocco, dal quale si accede al Museo del Duomo: qui è custodita la preziosissima raccolta di cimeli d’arte barbarica (IV-IX secolo) e di oggetti di epoche successive che costituisce il Tesoro di Teodolinda. Fra gli edifici simbolo del potere civico si ricorda infine l’Arengo Municipale, antico Palazzo Comunale eretto nel 1293.